“M” come mutualità. “M” come mutue. Se c’è un settore in cui le banche e le casse rurali del Credito Cooperativo esprimono a chiare lettere il loro carattere mutualistico – ovvero di organizzazioni che perseguono prevalentemente il vantaggio dei soci, offrendo credito e servizi a condizioni di miglior favore nei territori stessi in cui sono radicate -, allora questo settore è quello delle Associazioni mutualistiche.
Sul nuovo numero della rivista mensile Credito Cooperativo, l’approfondimento dedicato proprio alla scoperta delle mutue delle BCC, artefici di un modello alternativo di welfare.
“Un’idea pluricentenaria di tutela e assistenza – si legge – che ha mostrato tutta la sua contemporaneità nel fronteggiare l’emergenza sanitaria degli ultimi anni e, più in generale, nell’offrire un modello alternativo e all’avanguardia di welfare del ben-essere e del ben-vivere“.
“Sicuramente – spiega sulle pagine della rivista Donato Pomaro, presidente del COMIPA -, fra gli obiettivi raggiunti c’è quello di aver dato piena attuazione alle previsioni dell’art.2 dello Statuto tipo delle BCC, che vuole la Banca di Credito Cooperativo attivamente impegnata nel miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche dei soci e delle comunità locali. In questa direzione le mutue possono essere considerate il “braccio operativo” della Banca di Credito Cooperativo nell’intervento sociale a favore dei territori”.
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